L’importanza di orientare: intervista a Erika Marangoni

l'importanza di orientare

L’importanza di orientare: intervista a Erika Marangoni

In Imparare a cercare lavoro in Italia – Storie diverse dagli obiettivi comuni abbiamo preso in prestito le voci di Aicha e Mitchell per raccontare le esperienze di due persone che, tra speranze e difficoltà, hanno scelto di trasferirsi in Italia dal Marocco e dagli Stati Uniti.

All’interno di Job Centre c’è una persona che di queste storie ne ha sentite molte: è Erika Marangoni, Operatrice del Mercato del Lavoro che svolge docenze e consulenze nei Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico organizzati da Job Centre nell’ambito del progetto CIVIS VI (fondo FAMI 2014/2020). Le abbiamo chiesto di raccontarci il Progetto dalla sua prospettiva.

“Il mio lavoro mi appassiona per molti motivi, ma uno dei principali è sicuramente il fatto che mi dà l’opportunità di entrare in contatto con persone e storie sempre nuove, di costruire di volta in volta un intervento unico che non è solo tecnico, ma anche umano e relazionale.”

 

Qual è il tuo ruolo all’interno dei Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico?

“Seguo l’intero percorso, sia le attività di gruppo sia quelle individuali. Durante il mio intervento tratto temi come i canali, i servizi e la terminologia per la ricerca del lavoro, il curriculum e la lettera di presentazione; aiuto a far emergere le competenze qualificanti di ciascun beneficiario, preparandolo al colloquio di lavoro con approfondimenti e simulazioni.
Gli interventi che gestisco sono tecnici, nel senso che forniscono degli strumenti, ma si costruiscono anche sulle necessità di ciascun utente. Storie diverse danno vita a bisogni diversi: ci sono percorsi durante i quali parlo poco di lavoro e molto dello stato d’animo del mio interlocutore, perché è fondamentale maturare un adeguato atteggiamento prima di iniziare a cercare lavoro”.

 

orientamento

 

Da quando sono iniziati i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico nella primavera del 2021 hai avuto l’occasione di conoscere tante persone. Come descriveresti i profili che vi partecipano?

“Generalmente sono persone che, arrivate in Italia, si sono rifugiate all’interno della loro comunità e che solo a distanza di anni decidono di aprirsi alla cultura del Paese, iniziando dalla lingua. Per il resto è impossibile tratteggiare un profilo. Hanno origini, contesti socio-culturali, caratteristiche anagrafiche differenti. Incontro utenti che hanno un livello molto basso di scolarizzazione e, allo stesso tempo, uomini e donne che nel loro Paese hanno conseguito una laurea, nonostante qui spesso non la possano utilizzare.
Non tutti inoltre hanno già maturato la scelta dell’integrazione piena, nel senso che hanno sviluppato un progetto per realizzarsi nel contesto italiano. Ad esempio, in uno degli ultimi interventi ho conosciuto una donna nigeriana laureata, i cui titoli di studio però non vengono riconosciuti in Italia. Il suo piano – mi ha detto – è quello di imparare l’italiano e affrontare l’esame di terza media, per poi iscriversi al corso per Operatori Socio-Sanitari; nel frattempo, prende parte a ogni opportunità a cui può avere accesso sul tema dell’assistenza alla persona. È evidente che questa donna non solo è pronta a integrarsi pienamente nella nostra società, ma, anzi, ne è impaziente. Questo atteggiamento, tuttavia, non è da tutti: tra le persone che incontro sono molte quelle che ancora navigano nelle acque amare della disillusione.

In conclusione, si tratta di persone davvero molto diverse tra loro: non si può dare nulla per scontato e un approccio che è giusto per un utente non lo è per un altro. Per questo motivo io trovo i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico estremamente stimolanti, perché assieme agli utenti che affianco, io stessa ho l’occasione di mettermi in discussione, conoscere nuovi aspetti di me e migliorarmi.

 

Qual è la cosa più importante che credi si portino via i beneficiari del Percorso?

Uno specchio in cui riflettersi, osservarsi e recuperare sicurezza di sé.
Nella maggior parte dei casi ho la sensazione che gli utenti si iscrivano ai Percorsi perché li trovano accattivanti, ma senza pensare che li possano davvero portare a qualcosa. Sembra quasi che abbiano perso la speranza di riuscire ad entrare nel mercato del lavoro.
Man mano che proseguiamo con le attività, però, il loro sguardo cambia: quando sfogliano il loro primo curriculum in italiano, quando fanno proprie le indicazioni pratiche per cercare lavoro e riescono a colmare i loro dubbi, è come se capissero che si stanno costruendo una possibilità e, così, ricominciano a crederci.
Ritengo che i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico siano molto utili per chi intende mettere radici in Italia, perché forniscono tutta una serie di indicazioni pratiche che chi è cresciuto in Italia dà per scontate, ma che sono frutto di un modo di fare le cose che va spiegato e compreso.

“Tramite i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico gli utenti ricevono orientamento nel vero senso della parola, cioè un affiancamento da parte di chi conosce le dinamiche del mondo del lavoro in Italia che li aiuta a orientarsi e prendere contatto con contesto, strumenti e opportunità: un primo passo indispensabile per riuscire a costruirsi un futuro professionale in un nuovo Paese.”

 

 

Aicha e Mitchell raccontano la loro esperienza:

Imparare a cercare lavoro in Italia

Leggi Imparare a cercare lavoro in Italia. Storie diverse dagli obiettivi comuni: la storia di due persone che hanno seguito i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico per iniziare a costruire il loro futuro in Italia.

 

 

 

  • Se anche tu vuoi frequentare i Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico (CIVIS VI), chiamaci al numero 0498935206 e chiedi di parlare con Benedetta, oppure scrivi un’email all’indirizzo rinaldi@jobcentre.it.

 

I Percorsi di orientamento al lavoro e al suo lessico frequentati da Aicha e Mitchell sono erogati nell’ambito di CIVIS VI, il progetto finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020, che ha lo scopo di fornire formazione linguistica ai cittadini di Paesi non aderenti all’Unione Europea, richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale, residenti in Veneto.

LOGHI CIVIS VI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *